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Referendum NoFrontex: 10’000 firme sono troppo poche!

Il referendum contro l’agenzia europea per le frontiere Frontex è in corso, ma rischia ancora di fallire. Il comitato referendario NoFrontex lancia l’allarme: «Abbiamo urgente bisogno di una scossa di solidarietà ora».

L’importanza del referendum si vede ogni giorno alle frontiere esterne dell’Europa, sul Mediterraneo o sulla rotta balcanica: violazioni dei diritti umani, respingimenti illegali, cooperazione con la guardia costiera libica – i soldi per Frontex significano violenza alle frontiere, chiusura e criminalizzazione della migrazione.

Ora più che mai:
Ha bisogno di tutti noi!

Il referendum NoFrontex è sostenuto da numerosi gruppi di base in tutte le regioni della Svizzera. Molti volontari hanno unito le loro forze e le campagne di raccolta hanno luogo quasi ogni giorno. Molte persone senza diritto di voto aiutano anche con la raccolta. Eppure: solo 10’000 firme sono state ricevute finora. . Altre 10’000 firme saranno probabilmente in arrivo. Ma non è abbastanza e il tempo sta per scadere. Mancano solo 35 giorni alla scadenza del referendum.

Il referendum viene raccolto in condizioni difficili: la pandemia di Corona è una sfida e i gruppi di base che portano il referendum stanno raccogliendo diligentemente, ma non con la stessa efficacia delle grandi organizzazioni o dei partiti. Anche le risorse finanziarie e di tempo delle organizzazioni impegnate non sono all’altezza delle possibilità delle strutture più grandi.

Il comitato referendario invita tutti i sostenitori della solidarietà a raccogliere le firme prima della fine dell’anno e a mandarle a Berna. «Lo dobbiamo alle persone in fuga», dice Saeed Farkhondeh del Migrant Solidarity Network.

Le frontiere esterne dell’Europa dimostrano ogni giorno quanto sia importante il referendum.

L’importanza del referendum può essere vista ogni giorno sulle frontiere esterne dell’Europa, sul Mediterraneo o sulla Rotta balcanica. Lì, Frontex è responsabile di violazioni dei diritti umani, esegue numerosi respingimenti illegali o coopera con la guardia costiera libica. E la Svizzera dovrebbe sostenere l’agenzia con sempre più soldi e personale? Non nel nostro nome!

Alla conferenza stampa, parlano diversi attivisti che incontrano Frontex ancora e ancora attraverso il loro lavoro con le organizzazioni di solidarietà dei migranti:

«Le nostre richieste: libertà di movimento per tutti – la realtà: sempre più recinzioni, muri e militarizzazione. Sempre più sorveglianza e cooperazione dubbia. Il risultato: normalizzazione dei violenti push- e pullback.»

Malek Ossi | WTM Alarmphone

«Prima dei pushbacks, ci sono spesso colpi, colpi di avvertimento e minacce.»

Rapporto su Frontex al confine greco-albanese

«Questo referendum è un’occasione per fare finalmente luce sulle macchinazioni di Frontex, sulla cooperazione della Svizzera e su ciò che questa politica di militarizzazione delle frontiere sta facendo alla nostra umanità e al nostro senso di solidarietà.»

Sophie Guignard | Solidarité sans frontières